Leonus "l'intervista"
Oggi siamo in compagnia di un giovane artista molto interessante, ma andiamo a conoscerlo meglio:
Buongiorno Leonus, presentati ai nostri lettori.
Io sono Leonus, un cantautore di Roma. Da un po' di tempo sto portando in giro questo nuovo progetto in cui fondo la mia anima più cantautorale con sonorità indie, elettroniche e a volte anche Trap! In questo periodo mi definisco un "cosmonauta in crisi d'identità" perché la musica è come il cosmo: più la si conosce più ci si accorge di non conoscerla e di non conoscere sé stessi
Ci racconti il tuo percorso artistico?
I tuoi ascolti musicali?
Quanto è importante avere un proprio stile musicale?
Cosa ne pensi dei talent?
Due parole sul progetto maionese?
Progetti futuri?
Ho già pubblicato 4 canzoni, ma in realtà ne ho scritte molte altre per questo progetto. Sono tutte canzoni che hanno come filo conduttore lo spazio, eventi astronomici che negli ultimi anni hanno segnato l'immaginario collettivo e ovviamente anche la mia vita. Una sorta di fotografia della nostra epoca dal cosmo, anche musicalmente. Ovviamente l'obiettivo è quello di farne un disco, e spero vivamente che questo progetto mi ci avvicini.
Chi vuoi ringraziare?
I tuoi contatti?
Potete trovarmi sui social, Instagram ( leonus.io) o la pagina Facebook (Leonus). Potete inviare una mail a pianetaleonus@gmail.com o chiamarmi al numero 333 3055994. A presto!
Buongiorno Leonus, presentati ai nostri lettori.
Io sono Leonus, un cantautore di Roma. Da un po' di tempo sto portando in giro questo nuovo progetto in cui fondo la mia anima più cantautorale con sonorità indie, elettroniche e a volte anche Trap! In questo periodo mi definisco un "cosmonauta in crisi d'identità" perché la musica è come il cosmo: più la si conosce più ci si accorge di non conoscerla e di non conoscere sé stessi
Ci racconti il tuo percorso artistico?
Sin da bambino i miei genitori (entrambi artisti) mi
facevano ascoltare in macchina la musica dei cantautori Italiani,
all'inizio Bennato, de André, de Gregori, Guccini, ecc. A 14 anni scoprì
Dalla, e credo fu a quel punto che decisi che la mia vita sarebbe stata
scrivere canzoni. Già studiavo da parecchi anni pianoforte, ma attorno
ai 15 anni intrapresi lo studio del jazz con un maestro privato.
Cominciai
come tastierista e cantante in piccole band liceali, poi fui frontman
della band "DirettiContromano", palestra per me importantissima nella
quale avevo l'opportunità di testare le mie canzoni con gli
arrangiamenti degli altri membri e con le reazioni del pubblico.
Negli
ultimi anni mi sono appassionato della musica elettronica e delle nuove
sonorità che stanno esplodendo nel panorama musicale attuale; ho
frequentato quindi il corso di Produzione Musicale all'APM di Saluzzo,
per avere gli strumenti adeguati a proseguire con il mio nuovo progetto
solista che sto portando avanti ora. E ora sono qui, to be continued...
(?)
I tuoi ascolti musicali?
Oltre alla mia infanzia e alla mia adolescenza immersa tra i
cantautori italiani e uno strappo al cuore a 17 anni quando Lucio Dalla
morì, ho ascoltato anche moltissimo jazz (Duke Ellington, Charlie
Parker, Miles Davis, John Coltrane, ecc.), bossa nova e il grande rock
psichedelico e progressivo degli anni 60-70 (ad esempio Beatles, Pink
Floyd, Genesis, Deep Purple, King Crimson, PFM, BMS); dai 18 anni in poi
ho sviluppato una passione viscerale per il funk e la disco e quindi
per quei gruppi come gli Chic e Nile Rodgers in generale, gli Earth,
Wind And Fire o i Commodores, e anche la mia produzione di quel periodo
risentiva molto di queste influenze.
Il Rap nella realtà non è
mai stata una mia grande passione, l'ho sempre ascoltato ma quasi con
l'orecchio di un esterno, anche se c'è da dire che tra i miei modelli
giganteggia Caparezza, che con il suo Rap sperimentale e alternativo mi
ha sempre affascinato. Questo rapporto di amore/odio con il Rap è andato
decisamente meglio quando è esplosa la Trap-mania, che con le sue
sonorità elettroniche mi ha colpito, anche se più dal punto di vista
musicale che non dei testi. I vari Kendrick Lamar, Travis Scott, o in
Italia Ghali, Tedua, Rkomi, Izi, hanno esercitato su di me una forte
spinta a cambiare il mio modo di fare musica; contemporaneamente
dall'altra parte, la nuova ondata di Indie, da Calcutta a Carl Brave,
più vicina alle mie corde cantautorali, ha funzionato come una calamita
per le mie orecchie.
Musicalmente quindi mi ritengo abbastanza onnivoro, e tutte queste influenze convergono nel mio nuovo progetto "Leonus"...
Quanto è importante avere un proprio stile musicale?
In un'epoca in cui fare musica è diventato molto più
accessibile, produrre musica di qualità è possibile anche nella propria
stanzetta con un minimo di strumentazione adeguata e conseguentemente la
"massa sonora" lievita a dismisura, avere un proprio stile è
fondamentale. Oggi praticamente tutti hanno la possibilità di farsi
vedere e ascoltare. Secondo me, è quindi necessario sapersi distinguere,
non scadere nell'imitazione e non scimmiottare gli artisti che hanno
successo.
Quando suonavo prima la gente veniva da me per
farmi i complimenti, mi diceva "Mi ricordi Tizio, mi ricordi Caio", mi
confrontava con altri. Ora, sebbene sia facile cogliere le mie
ispirazioni, in pochi azzardano dei confronti. Questo mi fa ben sperare
di aver trovato forse una mia strada, un mio stile, che sia mio
personale e di nessun altro. Probabilmente questa è una delle cose che
mi dà più forza, oltre all'apprezzamento della mia musica.
Cosa ne pensi dei talent?
Sebbene tanti ragazzi ripongano le loro speranze nei talent, per
me si tratta di un meccanismo poco virtuoso. In uno show del genere ciò
che interessa davvero è l'appeal televisivo dei concorrenti e la loro
presa sul pubblico da casa, quindi ha poco a che fare con la musica.
Semplicemente è un altro tipo di spettacolo.
Due parole sul progetto maionese?
Il Progetto Maionese nasce con delle aspirazioni secondo me
nobili, che sono quelle di dare una voce a tanti di quegli artisti
"randagi" del web. Nella massa di personaggi, imitazioni, copie, fake,
poser che pubblicano musica, c'è qualcuno che parla con il cuore.
Immagino l'intento sia quello di aiutare quel qualcuno a venir fuori.
Davide Maggioni, il produttore di Matilde Dischi che ha pensato questa
cosa, mi è sembrato subito una persona schietta, con delle belle idee in
testa, e ho deciso di scommettere con lui su questa cosa. Per me è
un'idea vincente.
Progetti futuri?
Ho già pubblicato 4 canzoni, ma in realtà ne ho scritte molte altre per questo progetto. Sono tutte canzoni che hanno come filo conduttore lo spazio, eventi astronomici che negli ultimi anni hanno segnato l'immaginario collettivo e ovviamente anche la mia vita. Una sorta di fotografia della nostra epoca dal cosmo, anche musicalmente. Ovviamente l'obiettivo è quello di farne un disco, e spero vivamente che questo progetto mi ci avvicini.
Chi vuoi ringraziare?
Ringrazio anzitutto coloro che hanno lavorato con me per far sì
che questo progetto si realizzasse, il mio amico Andrea Giunta che ha
curato insieme a me la produzione delle canzoni, mio fratello Federico
Russotto, che fa la regia dei videoclip, Enrico Manfredi Frattarelli e
Aureliano Capri che si occupano della parte fotografica e grafica; la
mia sorellina Sofia e Valerio Desirò che sono i protagonisti del
videoclip di "Piattaforma di lancio".
Ringrazio ovviamente anche Davide Maggioni e tutto lo staff del Maionese Project per la bella opportunità.
I tuoi contatti?
Potete trovarmi sui social, Instagram ( leonus.io) o la pagina Facebook (Leonus). Potete inviare una mail a pianetaleonus@gmail.com o chiamarmi al numero 333 3055994. A presto!
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